Non ho avuto neppure il tempo di tirare fuori il cellulare per memorizzare cosa stesse succedendo. Sergio Montanari, che cura le cigone, ha steso sul prato la loro colazione. Da tutti gli appigli nei pressi si dispiegate decine di ali di ogni specie. C’erano gli astuti gabbiani, ovviamente le cicogne, qualche uccello di palude o fiume. Ruotavano vorticosi dove il cibo era stato steso. Ma non si poteva rimanere perchè le cicogne che sono più, diciamo, educate degli altri, vedi gabbiani, non si avvicinano se c’è la presenza umana. Per cui sono dovuta andare oltre il cancello, una buona trentina di metri dall’epicentro della colazione (si vede nel video). Un gran vocio, ciascuno eseguiva una manovra di atterraggio consona alla sua apertura d’ali, poi via un becco dopo l’altro, il prato è rimasto pulito, sgombro. Però quei pochi minuti di voli eccitati, di partenze da rami, postazioni, serbatoi, strutture metalliche sono stati, improvvisi, ma altrettanto spettacolosi. Un fuori programma difficile da vedere e malamente ripreso, ma davvero il tempo è stato, mai come in questo caso, tiranno. (ec).
Una curiosità di questi strepitosi volatili: La “cerimonia del saluto o “up-down display” accompagnato dal “bill-clattering” continua per tutto il periodo della nidificazione e nelle coppie più affiatate può continuare per una vita. I nidi, anno dopo anno, possono raggiungere fino a 2 metri di diametro e 3 metri di altezza. Ogni anno viene deposta una sola covata da 3 a 6 uova. La schiusa ha luogo dopo circa un mese, i giovani pulli si involano dopo circa 8-10 settimane. Praticamente in soli 50 o 60 giorni il peso dei pulcini passa dai 60/70 grammi della nascita agli oltre 4 chilogrammi! Un altro miracolo della natura. Raggiungeranno la maturità sessuale dopo il terzo anno di età.
E’ accaduto anche questo all’Oasi
Estate tempo di mettere su casa. Stanno talmente bene, e sono in ottima salute, che hanno fatto il nido sono uno dei bomboloni di CO2 posti all’interno dell’azienda, sbattendosene se la superificie non è piatta, ma curva. Una rarità. Ramoscello dopo ramoscello hanno accumulato abbastanza legni per farsi un nido, scomodo ma sicuramente stabile. Che dire? Va bene a loro, va bene anche a noi.
La curiosa foto è stata pubblicata dal mensile Natura. (foto S.Montanari)